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Nominativi
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Diocesi di Treviso
Statuto del Consiglio Pastorale Parrocchiale
Costituzione
- Nella parrocchia di S. Silvestro in Selva del Montello è costituito il Consiglio pastorale parrocchiale (CPP) a norma del canone 536 del Codice di diritto canonico e secondo le disposizioni del XIII Sinodo della Diocesi di Treviso ad eccezione delle parrocchie con meno di mille abitanti per le quali è previsto un unico CPP con una o più parrocchie vicine.
Natura e finalità
2.Il CPP è l’organismo che «è presieduto dal parroco e nel quale i fedeli, insieme a coloro che partecipano alla cura pastorale della parrocchia in forza del proprio ufficio, prestano il loro aiuto nel promuovere l’attività pastorale» (can. 536).
- Nel CPP si attua la partecipazione e la corresponsabilità dei cristiani per l’edificazione della comunità parrocchiale, cellula della diocesi. Ad esso devono convergere le aggregazioni ecclesiali, come pure tutte le altre forme di partecipazione ecclesiale presenti nel territorio.
- Il CPP è espressione della vitalità di tutto popolo di Dio costituito da fedeli cristiani animati da un solo Spirito e partecipi di un medesimo e unico sacerdozio di Cristo, e perciò tutti chiamati al servizio del Regno nella uguaglianza della dignità e dell’agire, pur nella diversità e complementarietà dei doni e dei compiti (cfr. can. 208).
- Scopo del CPP è di aiutare il Parroco nella guida della comunità parrocchiale, perché essa sia fedele al Vangelo e aderente alle situazioni concrete, nel dialogo fra sacerdoti, laici e consacrati e nello spirito della comunione in Cristo.
- Il Parroco è tenuto a chiedere al CPP il parere e la collaborazione, per discernere, programmare, coordinare e verificare le iniziative più rilevanti, affinché la comunità adempia la triplice dimensione della sua missione: evangelizzazione e catechesi, liturgia e sacramenti, testimonianza e servizio della carità soprattutto verso i poveri e gli ultimi. Il CPP ha funzione consultiva.
- In attuazione della decisione della Chiesa diocesana di aprire la parrocchia a forme stabilì di collaborazione con le altre parrocchie, il CPP promuove il cammino della Collaboratone pastorale secondo le scelte che i parroci individueranno nel Consiglio della Collaboratone.
- Il CPP, attento alle esigenze della parrocchia, è il luogo privilegiato nel quale vengono approfonditi e accolti gli orientamenti e le scelte pastorali della Chiesa diocesana e universale. Esso aiuterà il parroco:
- a) nel conoscere e analizzare la realtà della parrocchia e del territorio;
- b) nel promuovere, sostenere, coordinare e verificare tutta l’azione pastorale della parrocchia, in sintonia con il piano pastorale diocesano, tenendo conto del cammino pastorale della Collaborazione pastorale e del Vicariato;
- c) nel favorire la comunione di associazioni e gruppi parrocchiali fra di loro e con tutta la comunità;
- d) nel valutare pastoralmente i criteri di gestione economica e gli atti di straordinaria amministrazione della Parrocchia in corretta relazione con il consiglio per gli affari economici (CPAE).
- Il CPP, essendo espressione anche della partecipazione della comunità cristiana ai problemi del territorio, promuove l’annuncio della fede a quanti sono da essa lontani e stimola la parrocchia a contribuire fattivamente ai problemi che interessano l’uomo nelle concrete situazioni e ambienti di vita. Esso aiuta i fedeli della comunità cristiana ad essere segno e strumento di comunione per quanti credono nei valori della dignità della persona, della promozione della giustizia, della solidarietà e della pace.
Commissione preparatoria ed elezione
- La Commissione preparatoria del CPP è composta dal parroco e da alcuni rappresentanti delle realtà pastorali della comunità designati dal parroco stesso. La Commissione preparatoria cura la sensibilizzazione della comunità e predispone criteri e norme per la formazione del Consiglio, determinando anche il numero dei suoi componenti per elezione e per nomina. In particolare:
- a) provvede a formare la lista dei candidati all’elezione, salvaguardando un’adeguata rappresentanza in relazione al sesso, all’età e alle diverse zone della Parrocchia;
- b) prepara la lista delle associazioni, movimenti e gruppi ecclesiali e delle realtà pastorali che hanno il diritto di eleggere ognuna un proprio rappresentante al Consiglio;
- c) indica le procedure di votazione che potranno essere diverse secondo le consuetudini locali;
- d) garantisce la correttezza delle operazioni elettorali. Nell’elezione del Consiglio è coinvolta tutta la comunità parrocchiale. Possono eleggere coloro che, battezzati, abbiano compiuto i 18 anni e siano domiciliati in Parrocchia o operanti stabilmente in essa. Ad elezione avvenuta i nomi dei componenti del Consiglio saranno comunicati alla conclusione delle Messe domenicali e mediante la forma scritta ritenuta più idonea per la loro proclamazione, inoltre verranno comunicati al Vicario foraneo e all’Ordinario diocesano.
Composizione
- Il CPP è composto dai sacerdoti e diaconi che svolgono il ministero in parrocchia, da una rappresentanza di consacrati e consacrate che vi operano, e da fedeli, uomini e donne maggiorenni che per esemplarità e in spirito di comunione ecclesiale, rappresentino effettivamente le varie componenti della comunità.
Per le parrocchie sotto i 5.000 abitanti il numero massimo di membri è 15; per le parrocchie tra i 5001 e i 10.000 abitanti 20 membri; per le parrocchie che superano i 10.000 abitanti 25 membri.
- Il CPP è composto:
- dal parroco
- dal/ì vicario/i parrocchiale/i,
- possibilmente da eventuali sacerdoti collaboratori e/o sacerdoti diocesani residenti in parrocchia,
- dai diaconi permanenti con un incarico pastorale a servizio della Parrocchia,
- da un membro del Consiglio parrocchiale per gli affari economici,
- da un membro del Consiglio della Collaborazione pastorale,
- da un rappresentante per ciascuna comunità di vita consacrata presente in Parrocchia;
- dal presidente parrocchiale dell’Azione Cattolica;
- da membri eletti come rappresentanti degli operatori pastorali, delle associazioni, dei movimenti e gruppi ecclesiali e delle altre realtà di rilievo pastorale per la Parrocchia (ad es. scuola materna parrocchiale, oratorio, Caritas parrocchiale,… ), in base alla valutazione della Commissione preparatoria;
- da membri eletti dalla comunità parrocchiale che abbiano i requisiti richiesti per questo ruolo;
- da membri nominati dal parroco per le loro particolari competenze.
Tutti i membri del CPP devono essere nominati o confermati, in caso di elezione o presentazione, dal parroco.
- E opportuno che non faccia parte del CPP chi ricopre cariche nelle Istituzioni politiche e nella Pubblica Amministrazione. Il parroco può dimettere un membro del CPP che durante il mandato abbia assunto predette cariche.
Organizzazione e funzionamento
- Il Consiglio dura in carica cinque anni. Qualora si rendesse necessaria la sostituzione di un consigliere, si provveda rispettando Ì criteri di rappresentatività indicati al numero dieci. Dopo tre assenze ingiustificate il membro eletto sarà sostituito con il primo che ha ottenuto più voti e non è stato nominato.
- 11 parroco presiede il CPP in forza del suo specifico ministero di pastore proprio della parrocchia affidatagli dal Vescovo (can. 519). è suo dovere consultare il Consiglio per tutte le decisioni pastorali che riguardano e impegnano la comunità parrocchiale.
Nelle questioni di maggiore importanza, il parroco non si discosti dal parere della maggioranza, specialmente se concorde, se non per ragioni gravi (can. 127 § 2 ) e consultato il Vicario foraneo.
- Il Parroco, sentito il parere del Consiglio, sceglie fra i suoi membri una Segreteria composta da un vice-Presidente, un segretario ed altre due persone. La Segreteria ha il compito di preparare l’ordine del giorno, avvalendosi anche delle proposte dei consiglieri, e di mandare ad esecuzione i programmi pastorali elaborati in Consiglio e determinati dal Parroco. Il Segretario cura la redazione dei verbali e spedisce le lettere di convocazione con l’o.d.g. anche via e-mail almeno 15 giorni prima della riunione. È opportuno che le sedute del Consiglio siano condotte da un moderatore scelto tra i membri della Segreteria.
- Il Parroco riunisce il Consiglio almeno tre volte all’anno. Il Consiglio può essere convocato d’urgenza su richiesta di almeno un terzo dei consiglieri. Alle sue riunioni può assistere chiunque dei parrocchiani lo desideri senza diritto di voto.
Il parroco di più parrocchie può ordinariamente riunire in seduta comune i CPP delle parrocchie affidate alla sua cura.
II presbitero Coordinatore della Collaborazione pastorale può sollecitare il parroco a convocare in seduta comune tutti ì CPP della Collaborazione pastorale.
Metodo di lavoro
- Affinché le riunioni siano ordinate e fruttuose, e tutti siano messi in condizione di partecipare attivamente, si prevede il seguente svolgimento:
- a) preghiera iniziale;
- b) lettura ed approvazione del verbale della riunione precedente;
- c) presentazione dell’ordine del giorno;
- d) dibattito in assemblea o suddivisione in gruppi di studio, seguiti
- e) dalle relazioni di gruppo in assemblea (se il tempo non è sufficiente, la segreteria elaborerà una sintesi dei lavori per l’incontro successivo);
- f) le conclusioni dovranno essere chiare a tutti e specialmente per le questioni più importanti, sottoposte a votazione, in modo da consentire a ciascuno di esprimere il proprio parere.
- Sono espressione dell’orientamento del Consiglio solo le conclusioni che abbiano conseguito la maggioranza assoluta dei presenti, purché l’assemblea sia costituita dalla maggioranza dei membri del Consiglio. Le elezioni e le designazioni delle persone devono avvenire a scrutinio segreto a norma del can. 172.
- Il CPP, su decisione del Presidente, potrà sottoporre problematiche particolarmente complesse ad apposite commissioni di studio, costituite anche con l’apporto di esperti, riservandosi di valutarne le conclusioni in successivi dibattiti.
Relazione con gli altri organismi di corresponsabilità ecclesiale
- Il Parroco convoca almeno una volta l’anno l’Assemblea parrocchiale e dà adeguata informazione alla comunità sui lavori del CPP, nei modi che ritiene più idonei.
- Il CPP collabora con il Consiglio Parrocchiale per gii affari economici, per promuovere il sostegno economico alla Chiesa (can. 222 § 2) e per conseguire le finalità specifiche dei beni economici di proprietà della parrocchia anche mediante un piano organico di distribuzione equa delle risorse con tutte le parrocchie della Collaborazione pastorale.
- Il CPP promuove la Collaborazione pastorale anche partecipando all’incontro annuale dei consigli pastorali delle parrocchie della Collaborazione pastorale.
Rinvio alle norme generali
- Per qualsiasi altra norma, qui non compresa, si rinvia alle disposizioni generali del Codice di Diritto Canonico.
Treviso, 31 maggio 2016
Il Vescovo – il Cancelliere V.
Verbali
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Nominativi
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Statuto
Diocesi di Treviso
Statuto del Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici
Natura
- È costituito nella parrocchia di san Silvestro in Selva del Montello il Consiglio parrocchiale per gli affari economici (CPAE) a norma del can. 537 quale organismo di partecipazione e di corresponsabilità con il compito di aiutare il parroco, che lo presiede, nell’amministrazione dei beni della Parrocchia, secondo le norme del diritto universale e particolare e del presente Statuto.
- È organismo distinto dal Consiglio pastorale parrocchiale (CPP), e opera secondo la propria competenza, fissata in questo Statuto. Infatti, mentre il Consiglio pastorale parrocchiale affronta la conduzione pastorale globale della parrocchia, il CPAE individua e mette in opera gli strumenti e le strutture di cui la pastorale parrocchiale necessita, tenendo presenti gli orientamenti del Consiglio pastorale parrocchiale.
Occorre, perciò, che tra il CPP e il CPAE ci sia la massima collaborazione ed un ordinato coordinamento. Per questo è opportuno che i due organismi siano collegati, in modo ordinario, mediante la presenza di diritto di almeno un consigliere in ambedue i Consigli; inoltre potrà essere programmato almeno un incontro annuale congiunto tra i due Consigli.
- Scopo specifico del CPI\E è di coadiuvare il Parroco con il suo parere e con la sua opera nell’amministrazione economica della parrocchia (can. 1280), tenendo conto. sia pure nel pieno rispetto di eventuali intenzioni degli offerenti, dei fini principali dei beni ecclesiastici e cioè: l’esercizio del culto, l’onesto e dignitoso sostentamento del clero e le attività pastorali e caritative (cf. can. ‘1254 2).
Compiti
- In concreto il CPAE ha i seguenti compiti:
- aiutare il parroco nell’amministrazione dei beni della Parrocchia e delle disponibilità economiche assicurate dalle offerte fatte dai fedeli;
- esprimere il parere sugli atti di straordinaria amministrazione determinati con decreto del Vescovo che di fatto modificano lo stato patrimoniale della Parrocchia e/o ne aggravano le responsabilità economiche, atti che necessitano o la licenza del Vescovo o il nulla osta dell’Ordinario Diocesano per la loro validità, e per i quali vanno osservate le disposizioni canoniche (can. 1281), concordatarie e civili (Legge del 20 maggio 1985 n. 222);
Composizione
- Il presieduto dal parroco, è composto dal vicario parrocchiale e da alcuni membri scelti tra i fedeli laici dal parroco dopo aver sentito il parere del CPI). Il loro numero varia da tre a sette secondo il numero di abitanti indicato nella Guida della Diocesi: per le parrocchie sotto i 5000 abitanti il numero massimo di membri è di 3, per le parrocchie tra i e i 10.000 abitanti il numero massimo è di 5 membri; per le parrocchie che. superano i 10.000 abitanti il numero massimo è di 7 membri. I Consiglieri designati, di sicura moralità, attivamente inseriti nella vita parrocchiale, capaci di valutare le scelte economiche con spirito ecclesiale, ed esperti, per quanto è possibile, in diritto ed in economia (cf cann. 212 3 e 492 § 1), sono nominati dall’Ordinario diocesano mediante decreto. L’Ordinario, per giusti motivi, può scegliere anche persone diverse da quelle presentate.
Tra i membri designati dovrà essere indicata la persona quale Incaricato parrocchiale per la promozione del sostegno economico alla Chiesa
Presidente
- Presidente di diritto del CPAE è il Parroco, o i Parroci in solido o l’Amministratore parrocchiale. È opportuno che di regola le riunioni siano presiedute dal legale rappresentante della parrocchia (can. 532).
Spetta al Presidente:
- la convocazione e la determinazione dell’ordine del giorno di ciascuna riunione;
- la presidenza delle singole riunioni;
- la designazione del Segretario, a cui compete la redazione del verbale di ogni riunione;
- il coordinamento tra il CPAE e il Consiglio pastorale parrocchiale.
Incompatibilità
- Non possono essere nominati membri del CPAE i congiunti del parroco fino al quarto grado di consanguineità o di affinità, e quanti (tecnici progettisti, imprese fornitrici di beni e servizi) hanno ln atto rapporti economici con la Parrocchia. E opportuno che non faccia parte del Consiglio chi ricopre cariche nelle istituzioni politiche e nella pubblica amministrazione.
Durata della nomina
- I membri del CPAE durano ln carica cinque anni ed il loro mandato può essere rinnovato consecutivamente una sola volta. Per la durata del loro mandato, i Consiglieri non possono essere revocati, se non per gravi e documentati motivi riconosciuti a giudizio insindacabile dell’Ordinario Diocesano. Durante la vacanza della parrocchia o impedimento del parroco, se viene nominato un Amministratore parrocchiale, questi presiede il Consiglio.
In caso di nomina di un nuovo parroco, questi, se non sono gravi motivi, conferma il Consiglio fino alla sua naturale scadenza.
Vacanza dei seggi del Consiglio
- Nei casi di morte, di dimissione (si intende dimissionario anche il consigliere che manchi a tre sedute consecutive senza giustificazione), di revoca o di permanente invalidità di uno o più membri del CPAE il parroco provvede entro quindici giorni a designare i sostituti con le modalità di cui agli art. 5 e 7. I Consiglieri così nominati rimangono in carica fino alla scadenza del mandato del Consiglio.
Riservatezza
- I consiglieri prestano il loro servizio gratuitamente e con senso di piena responsabilità, agendo solo e sempre nell’esclusivo Interesse della Comunità parrocchiale. e delle sue finalità pastorali. Ad ogni membro del Consiglio viene data una copia del presente Statuto, in modo che conosca quanto da lui si richiede. Prima di assumere l’incarico i Consiglieri emettono il giuramento con il quale promettono, a norma del canone 127 3, di assolvere fedelmente i doveri inerenti il CPAE e di conservare il segreto d’ufficio con la più rigorosa riservatezza anche una volta lasciato il servizio.
Poteri del Consiglio
- I Membri hanno voto consultivo, non deliberativo. ln esso tuttavia si esprime la collaborazione responsabile dei fedeli, richiesta dai canoni 127 e 212 3, per cui il parroco deve ricercarne e ascoltarne attentamente il parere e non discostarsene, se non per gravi motivi. Egli deve servirsene, ordinariamente, come valido strumento, per l’amministrazione della Parrocchia.
Il parere del Consiglio è obbligatorio per i bilanci annuali e per tutti gli atti di straordinaria amministrazione da sottoporre all’esame del Consiglio Diocesano per gli Affari Economici, corredati del relativo verbale, regolarmente sottoscritto dal parroco e dai consiglieri.
Riunioni del Consiglio
- Le riunioni, almeno tre ogni anno, sono convocate, presiedute e dirette dal parroco; uno dei membri fungerà da segretario e redigerà diligentemente i verbali; se il Segretario è scelto al di fuori dei membri del Consiglio non ha diritto di voto
Esse sono valide con la presenza di almeno metà più uno dei consiglieri.
Il Parroco di più parrocchie può ordinariamente riunire in seduta comune i CPAE delle parrocchie affidate alla sua cura.
È opportuno che almeno una volta all’anno si convochino i CPAE delle parrocchie della Collaborazione pastorale per un confronto sulla situazione finanziaria e su eventuali interventi previsti da singole parrocchie che interessano le attività della Collaborazione.
- Nella prima riunione il presidente porterà a conoscenza di tutti i membri del consiglio l’inventario completo dei beni immobili e di quelli artistici o di particolare rilievo; inoltre darà informazione completa della reale situazione economico-finanziaria della parrocchia (can. 1283, n. 2).
Esercizio
- L’esercizio finanziario della Parrocchia va dal 1° gennaio al 31 dicembre di ogni anno. Alla fine di ciascun esercizio, e comunque entro il 30 aprile successivo, il bilancio consuntivo (e quello preventivo per l’anno successivo), debitamente approvato/i dai membri del consiglio, saranno sottoposti dal parroco all’Ordinario diocesano, tramite l’Ufficio amministrativo diocesano.
Verbali
- I verbali del Consiglio, redatti su apposito registro, devono portare la sottoscrizione del parroco e del segretario del Consiglio stesso e debbono essere approvati nella seduta successiva. Tutti i registri e libri contabili, tutti i documenti amministrativi e i verbali del Consiglio devono essere conservati nell’archivio parrocchiale corrente e sono soggetti alla visita canonica a norma del Codice di Diritto Canonico (cann. 555, 4; 1276;1287).
Informazione alla comunità parrocchiale
- Il CPAE presenta al CPP il bilancio consuntivo annuale e porta a conoscenza di tutta la Comunità le componenti essenziali dello stesso; inoltre dà il rendiconto dell’utilizzazione delle offerte fatte dai fedeli, e indica anche le opportune iniziative per l’incremento delle risorse necessarie per la realizzazione delle attività pastorali e per il sostentamento del clero parrocchiale.
- Rinvio alle norme generali
Per tutto quanto non contemplato nel presente regolamento si applicheranno le norme del diritto canonico vigente.
Treviso, 31 maggio 2016
Verbali
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Adempimenti per la frequenza del catechismo parrocchiale anno 2020- 2021:
Allegato-1-partecipazione-percorsi-catechistici-minorenni-2020-2 _1_
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Iniziative
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Organismi
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Servizio agli ammalati
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16 maggio 2019
Carissimi amici,
vi scrivo sempre dalla mia missione di Solano Caquetá Colombia, per augurarvi una Buona Pasqua.
Noi stiamo vivendo l’anniversario dei 50 anni della nostra parrocchia e l’anno del Sinodo dell’Amazzonia.
Ieri è venuta la signora Maria Romelia a chiedere il certificato di matrimonio.
Mi ha raccontato che si è sposata nel 1962, dopo una grande “missione” che si era realizzata in questa parrocchia da un gruppo di missionari francescani che avevano proposto alle coppie non sposate di ricevere il sacramento del matrimonio.
Dopo 6 anni di convivenza Mercedes e Teofilo, suo marito, hanno deciso di consacrare questa “alleanza” davanti a Dio insieme con altre sei coppie.
Cercando nel registro dei matrimoni ho trovato le sette coppie sposate il 19 settembre 1962.
Li sposò un frate francescano, padre Fray Samuel Maria Botero Restrepo, mentre il parroco era padre Bruno Kautenahuser, un trentino, arrivato a Solano l’otto febbraio del 1959.
Questo quanto scrive nel suo diario:
“Salgo da Florencia a Tres Esquinas per la mia nuova missione. Scendemmo per la strada di Tres Esquinas che va a Solano.
Trovo la casa povera, sola, e completamente vuota: un letto e una sedia niente più”.
Il padre Bruno passerà 15 anni in questa parrocchia arrivata al traguardo di mezzo secolo. Lo slogan che abbiamo scelto è:
“50 anni, camminando fermi nella fede” perché vogliamo recuperare un pó della nostra lunga storia.
La parrocchia come vi raccontavo nella prima lettera è immensa. Uno degli obiettivi è dividerla in quattro parrocchie.
A Pasqua è arrivato il primo regalo: il vescovo ha costituito la parrocchia di San Francesco d’Assisi nel Mecaya, che si trova nella parte sud dell’attuale parrocchia.
E’ una parrocchia lungo i fiumi Caqueta e Mecaya con molti affluenti e in sostanza tutte le comunità saranno raggiungibili per fiume.
Sono 20 comunità di contadini ed allevatori di bestiame e 8 comunità indigene.
Il nuovo parroco è Juan Diego Avilla, Missionario della Speranza, un sacerdote giovane di una nuova congregazione missionaria Colombiana.
L’ingresso lo abbiamo vissuto il giorno di Pasqua alle 10 del mattino: è stata una grande festa. Eravamo in 24 tra suore sacerdoti laici provenienti da Solano e 5 da Puerto Leguizamo ed inoltre gli abitanti del paesino del Mecaya e vari rappresentanti dei villaggi circostanti.
La celebrazione è stata semplice e allo stesso tempo solenne con la creazione della nuova parrocchia e la nomina del primo parroco. Dopo la celebrazione foto di rito e un buon pranzo: carne accompagnata da yuca e patate.
Per le altre due parrocchie aspettiamo che “arrivino” vocazioni, questo per continuare nella missione dell’evangelizzazione che ogni giorno è sempre più urgente e necessaria.
L’importante è non perdersi d’animo come dice il Papa Francesco nella Evangelii Gaudium, e cioè non chiuderci nell’individualismo e riprendere il fervore dell’evangelizzare, annunciare la Buona Nuova di Gesù Cristo Risorto.
Se ci fosse un laico, una laica, una famiglia che volesse condividere qualche anno della sua vita in terra di missione è benvenuto nella “mia” parrocchia: oggi la missione ha bisogno non solo di soldi e opere ha bisogno di chi vada a portare il lieto annuncio.
Molti di voi mi dicono: “ Angelo oggi c’è bisogno anche qui!”
E’ vero. Peró io vi dico: “Venite un tempo poi tornerete più carichi per evangelizzare, e da qui qualcuno che verrà in Italia ad evangelizzare.
Questi interscambi aiutano e arricchiscono, e se qualcuno di voi impegnato in parrocchia volesse venire, come dicevo è il benvenuto, vi aspetto!!!”
La Pasqua è il cuore della Missione, se non siamo missionari Cristo non è Risorto in noi… quindi animo..
Tutti siamo missionari iniziando dalle nostre case fino agli estremi confini della terra.
Grazie per il vostro interesse, le vostre preghiere e tutti gli aiuti economici che sono gocce che diventano un mare di solidarietà verso i più bisognosi della mia parrocchia.
Buon Tempo Pasquale, il Dio della Vita vi benedica e vi doni la vera Pace, a presto
ANGELO CASADEI